incipit

"- Da quanto tempo mi trovo qui? Ho visto così tante volte il Sole nascere e poi morire, e le stagioni rincorrersi sul mio campo, che le dita non bastano più a contarle. Ed il mio nome, un tempo ero così contento di sentirlo pronunciare da chi mi amava, ma ora, nella squallida monotonia dei giorni, mi dà fastidio ogni voce. "







venerdì 2 settembre 2011

La Marina

Per le guide turistiche la Marina è uno dei quattro quartieri storici di Cagliari: edificata dai pisani nel 1200 per ospitare magazzini e dimore per quanti lavoravano al porto della città. Per me è uno scrigno colmo di tesori senza tempo: un labirinto di viuzze che a fatica si scaldano dei raggi del sole, formicaio d’etnie, colori, sapori. Giorno e notte insieme, musica, pittura e panni stesi, gocciolanti sulla testa dei turisti spaesati. E’ la “corte dei miracoli” che alza la testa e si vende nei buchi bui e umidi affacciati sulle vie. E’ la tavolozza del pittore, ridondante di policromi umori. Non si può restarne oziosi spettatori: ti vien voglia di parlare col fornaio, la tabaccaia, il barista, lo spazzino, la nonnina che porta claudicante le buste della spesa. Vedo quei vicoli operosi, all’ombra delle maestose facciate di via Roma, e ritrovo la Trastevere che mi accoglieva, complice sorniona, nelle scorribande notturne, alla ricerca di birre e dialetti stranieri. Era naturale che fra quelle mura antiche, quelle finestre austere, su quel lastricato che tanto ricorda i consumati “sampietrini” romani, prendessero forma e consistenza i personaggi che la mia mente ha partorito. Mi piace pensare che, un giorno, un altro “continentale”, passeggiando nello storico quartiere, pensasse: “E’ proprio com’è descritta in quel libro…”.

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